giovedì 19 aprile 2012

Ore 17.
Ieri non c'era.
Il salone del mobile e il fuorisalone hanno stravolto le nostre abitudini.
Vagoni strapieni, trolley che si trascinano in ogni dove, brochure di sedie di ogni sorta abbandonate sulle banchine e poi persone. Tante persone. Troppe.
Stasera sulla prima tratta metropolitana non ci siamo visti.
Ormai rassegnata, mi dirigo sulla linea verde.
E' li.
Non so da dove sbuchi ma non importa, il mio cuore prende la piega di uno smile.
Su questa linea io parlo sempre di più.
Perchè vedete, sulla rossa, io sono seduta e Lui sta in piedi.
Mi parla anche se non lo guardo. Ma se non lo guardo non lo sento, posso giusto intuire le sue parole.
Invece sulla seconda tratta la storia cambia.
Siamo all'impiedi tutti e due, lui rivolto verso i passeggeri seduti e io appoggiata a una porta.
L'unico problema è il tempo.
Questa condizione così favorevole allo scambio dura solo pochi istanti.
Il tempo di un paio di fermate, 3 minuti, al massimo 4.
Ma quanto sono preziosi per noi.
Siamo fortunati e invidiati.
Quante persone si guardano negli occhi per 4 minuti al giorno?
Quante vorrebbero farlo e non sono corrisposte?
Quante poi non ne sentono il bisogno.
Viviamo accanto ai nostri cari per anni, nonostante li amiamo, li desideriamo,  non abbiamo la necessità di immergerci nei loro occhi. E perderci.
Perchè io a guardarlo mi perdo.
Oggi non ho abbassato lo sguardo, mi sentivo sfacciata come mai.
Ho accarezzato ogni sua parte e quando è sceso, mi sentivo addosso la stessa leggerezza che si ha dopo aver fatto all'amore.

Ciao, buona serata, ci vediamo domani?

Si, domani ci perdiamo ancora.
Se ti va.
Ciao

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