mercoledì 4 aprile 2012

Ore 17.
Per scaramanzia non alzo lo sguardo dal mio libro per vedere se sale. Ieri non ci siamo raccontati nulla e ci sono rimasta male.
Aspetto un paio di fermate e finalmente mi decido a fare la conta dei passeggeri.
Inizio da destra, conto un paio di vecchine, un ragazzo con delle cuffie enormi gialle e impiegati.
Scrollo la mia testa orizzontalmente come la rotella del mio mouse e alla fine Lui.
Sorrido, lo sapevo!
Stasera finalmente gli vedo addosso colori, sono due mesi che veste monocromatico.
Blu, nero e poi blu e poi ancora nero.
Sempre abbottonato nei sui giubbetti, senza darmi mai la possibilità di intravedere le righe di una camicia, la trama di un maglione.
Arancione e Verde.
Si certo, in toni acidi, ma sempre colore.
Porta una simil Lacoste arancio con un maglione di cotone a costa inglese verde con gli immancabili jeans navy.
Sono colori autunnali, come la sua espressione.
Mi pare stanco, stasera non apre il suo libro e sbadiglia in continuazione.
Proprio durante uno sbadiglio, dal polso  della mano che porta alla bocca, noto uno scintillio dorato.
Un braccialetto di una trama comune e datata. Di quelli che ti regalano nelle occasioni importanti.
Ci siamo parlati poco oggi. Sguardi rari e di sfuggita.
Come è andata la giornata? Di merda grazie.
E la tua? Idem
Cos'hai mangiato? Un panino
Tu? Agnolotti e cotoletta.
Ok la prossima è la mia, ciao e buona serata.
Anche a te.

Lo vedo raggiungere le scale mobili verso l'uscita. E io continuo nel mio tunnel metropolitano.

E questo che sento. Sono entrata in un tunnel e mi pare di non uscire mai.
Mi ci vorrebbero due parole due per dare una svolta a questa storia ma questi nostri improbabili dialoghi  sono affascinanti e sicuri.
Non voglio rendere reale una fantasia.O almeno non voglio essere io a farlo.
Sono una donna, insomma è l'uomo che deve credere di fare il primo passo.
Anche perchè finalmente capirei l'interesse.
Però penso anche che se voglio una cosa che è lì a due metri posso prenderla e magari lo pensa pure lui.
Ma a due metri ci sono io.

Meglio fantasticare.

Chiudo con una frase di Neruda:

"vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi".

A domani ore 17. Siate puntuali