venerdì 31 agosto 2012





Ore 17

E' passata una settimana dalla consegna del biglietto e  non ho ricevuto nessun tipo di riscontro.

Non un sms
Non una telefonata
Non una mail

In questi giorni ho evitato di incontrarlo, semplicemente non me la sentivo.

Ho analizzato il perchè di questo suo silenzio.

Sono partita dal fatto che fosse "impegnato", passando che non l'ha capito, fino alla piu' difficile considerazione che tutto sommato non poteva fregargliene nulla.

Tutte supposizioni.

La verità, aimè, non la sapremo forse mai.

I primi due giorni ero delusa e mi bruciava questa totale indifferenza.

Anche nella peggiore delle ipotesi, dato che il mio è e rimarrà un gesto carino, una risposta la pretendevo.

Insomma, mi son detta: ma che cafone e maleducato.

Poi pian piano è maturata l'idea che non posso giudicarlo negativamente.

Bisogna smetterla di proiettarci sugli altri.

I nostri desideri, i nostri sogni, le nostre aspettative, sono solo nostri.
Li possiamo condividere ma mai imporli.

Quindi non ha risposto.

Ho smesso di cercare di capire il perchè e ho smesso di darmi addosso per avergli dato quel biglietto.

Il passaggio dalla fantasia al reale, purtroppo in questo caso, non è andato nel migliore dei modi.

Faccio mia questo monoverso del grande poeta Ghiannis Ritsos:

L'aquilone si è rotto.
Lo spago tienilo.

Si perchè nonostante la fantasia sia volata via, rimane quel che per me ha significato il momento della consegna.

Ogni atomo del mio corpo ha abbandonato completamente la razionalità, riappropiandosi di quella parte emozionale che per così tanto tempo ho seppellito.

Sono viva! Sono viva!

Questa storia metropolitana in metropolitana alle ore 17, mi ha lasciato un sapore dolce amiche e amici, e ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e consigliata.

- FINE -


Epilogo
Forse un giorno, troverò la giusta energia per reincontrarlo
Non so nemmeno come si chiama...........

venerdì 24 agosto 2012

Ore 17
Sono passate cinque settimane senza vederci.
Vacanze sue poi vacanze mie.

Sale e si siede di fronte a me.
Lui legge io ascolto musica.

Tiro fuori un mio cartoncino, con su un mio scatto, il link che porta alle mie fotografie, email e numero di telefono.

Scrivo.

E lo rimetto in borsa.

A 10 secondi dalla sua fermata apro la borsa e tiro fuori il biglietto.

Mi avvicino a lui e gli dico: questo è per te.

Da questo momento tutto è confuso, come quando  appena sveglio cerchi di ricordare un sogno.

Mi guarda stranito, farfuglia qualcosa del tipo: ma non è mio.

Nel frattempo gli ripeto che è per lui.

Allunga la mano, lo prende e scende.

Lo vedo allontanarsi, ancora frastornato, sta leggendo il biglietto.

Le porte si chiudono.

E io Tremo.

Lui è un uomo fortunato.

Ora bisogna capire se lo sarò anche io.





La fotografia di oggi è del mio amico fraterno Antonio, che mi vuol bene fin da subito