Ore 17
Stamattina prima di scendere dalla metropolitana trovo questo braccialetto abbandonato su di un sedile.
Nel vagone non c'è nessuno.
Pare corallo su una spiaggia bianca.
Mi abbaglia.
Lo prendo.
E' un braccialetto fatto di passamaneria rossa, di quelli che si usano adesso.
Mi accorgo che la trama disegna cuori.
Arrivata in ufficio, una collega me lo lega al polso.
Un'altro segno del destino?
Io che non ho mai trovato nulla...
Mi rendo conto che i segni del destino che capto in metropolitana iniziano ad avere una loro valenza, anzi no, sono io che dò loro valenza.
Ognuno di noi, se osserva bene quello che gli succede intorno, si accorgerà che esistono tanti piccoli segnali che ci portano a qualcosa.
Sono quelle bellissime sensazioni, che si chiamano piccole cose.
Dare valore alle piccole cose è concime che fertilizza il nostro cuore.
Stasera il mio giardiniere legge,sbadiglia poi legge e poi sbadiglia.
Sulla prima tratta poco da dire.
Sulla seconda invece siamo vicinissimi.
Si libera un posto a sedere davanti a lui e come un razzo lo occupo.
E' davanti a me.
Seduta, i miei occhi non possono non guardare la fibia della sua cintura, e tutto quello che, scendendo con lo sguardo, trovo.
Gli ormoni si agitano e spingono.
State buoni ragazzi, è ancora presto, tornate a letto!
Cerco il suo sguardo.
Inizio a sentire germogli dentro.
Lo saluto, ringraziandolo.
Qualcosa cresce anche nel deserto.