lunedì 16 aprile 2012


Ore 17.

Sono al telefono.
Sono spesso al telefono quando esco dall'ufficio.
Controllo la posta elettronica, chiamo mia figlia, a volte la mia amica Rosanna, poi Fabio.
Fabio è un mio amico fraterno di Roma.
Ci siamo conosciuti tramite la passione per la fotografia.
Come già detto nei giorni scorsi, oltre che di foto, parliamo di quello che è successo nella giornata, della sua famiglia, della mia, politica, libri eccetera.
Spesso ridiamo, le occasioni sono tante.
Spesso ci intristiamo, e anche qui sfortunatamente le motivazioni non mancano.
Oggi ridiamo.
E mentre rido Lui entra.
Per la prima volta nella nostra storia surreale e irreale, sento un battito del cuore che mi sale fin su per la gola.
Respiro.
Lo aspettavo e avevo voglia di vederlo, il fine settimana uggioso e triste ha aumentato questo desiderio.
Si perchè questa storia è una storia feriale.
Ma al contrario.
Il lunedì c'è l'attesa, la voglia di rivederlo. Il venerdì vorrei che non arrivasse mai.
Pazza.
Mi affretto a chiudere la telefonata con Fabio, so bene che Lui ascolta.
Sarò stupida, ma non voglio che si faccia strane idee su chi c'è dall'altra parte.
Sono stupida.
Stasera ci sono un paio di novità.
La prima è che legge un libro nuovo e, mentre cerco di identificarlo, noto subito la seconda.
Un cerotto all'indice destro.
E' incredibile come un cerotto possa essere sensuale.
Come nel film Lezioni di Piano, il selvaggio George accarezza la pelle scoperta di Ada, sfioro con gli occhi la sua ferita.
Un taglio sicuramente.
Dovuta a un coltello usato maldestramente?
Se fosse così deduco sia mancino.

Strano come mi soffermi su queste piccole questioni invece di affrontare temi ben più importanti e decisivi.
Ma abbiamo tempo.

E' arrivato il momento di salutarci.
Uno sguardo.
A domani.

Una promessa.



Lezioni di Piano, la scena della calza smagliata http://www.youtube.com/watch?v=CdQ8Pdczf0g