Questa è una storia metropolitana in metropolitana alle ore 17
martedì 22 maggio 2012
Ore 17
Il biglietto è sempre in borsa.
Forse oggi è l'occasione giusta, mi sento motivata!
Questa sera la metropolitana è strapiena e il suo solito posto all'impiedi è già stato occupato da una ragazzina.
Sale sul vagone e ha due possibilità.
La prima è quella di stare davanti a me che sono seduta.
La seconda è quella di mettersi davanti a una signora che mi sta di fronte, dandomi così le spalle.
E lui che fa?
Mi da le spalle.
Sta cosa mi fa incazzare.
E no che cavolo però un pochino potevi agevolarmi !!!!!!
Però gli faccio una fotografia. Col mio telefonino sfigato.
Per motivi di privacy (!) non la posto, ma posso sempre descriverla.
Natiche ricoperte da un paio di jeans Carrera, gambe leggermente ad arco.
La metro è sempre più invasa da persone e lui si sposta leggermente a destra.
Il mio occhio fotografico ben allenato cerca una via per guardargli il viso.
E lo trovo così in un riflesso.
I riflessi una volta erano i miei cavalli di battaglia.
Lo guardo e mi guarda. Anche lui dal riflesso.
Incredibile come i suoi occhi azzurri siano blu sul finestrino.
Scemo, potevi stare qua davanti a me.
Sulla seconda tratta siamo lontani, un'occhiata fugace, la sua.
Se ne va, mi spiace non avergli passato il biglietto, ma anche se avessi trovato il coraggio di darglielo, stasera proprio non l'avrebbe meritato.
Forse domani...
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